L’Osservatorio Interdisciplinare sulla Bioeconomia ha scritto una lettera aperta ai rappresentanti dei partiti candidati alle elezioni politiche per proporre un confronto sul tema della bioeconomia.
L’Osservatorio Interdisciplinare sulla Bioeconomia ha scritto una lettera aperta ai rappresentanti dei partiti candidati alle elezioni politiche per proporre un confronto sul tema della bioeconomia.
Riportiamo il testo integrale della lettera aperta.
«La campagna elettorale in queste ore è sempre più calda. I temi all’ordine del giorno sono ampi e disparati, aggravati da una profonda crisi ecologica – a cui si aggiunge la guerra e la grave crisi energetica ed alimentare che incalza in particolare sul continente europeo – con effetti significativi sul piano geoeconomico e geopolitico. Il nostro Paese deve affrontare più sfide che lo mettono ora più che mai al centro di mutamenti epocali il cui quadro d’insieme, tuttavia, non appare nitido. Ci permettiamo di scrivervi come Osservatorio Interdisciplinare di Bioeconomia (OIB) in un momento così frenetico e complesso perché i temi della politica dialogano spesso con quelli dell’ecologia, della salute e dell’ambiente, purtroppo non sempre in maniera del tutto consapevole. La crisi ecologica è infatti il risultato di un modello di sviluppo energivoro e predatorio che ha portato alla devastazione delle matrici vitali con l’alterazione antropica dei cicli biogeochimici. Gli effetti sono purtroppo evidenti anche nella vita di tutti i giorni sul piano ambientale e sanitario, socioeconomico e geopolitico. Le soluzioni proposte però (talvolta imposte) a livello istituzionale spesso sono interne alla stessa logica neoliberista che ha prodotto la crisi, incapaci di discostarsi dal paradigma riduzionista, dai dogmi della crescita economica, dalla competizione e dallo sviluppo lineare sebbene presentati come “verdi”».
«Il ‘verde’, applicato alle politiche, che in primis hanno interessato la produzione energetica, si è poi esteso a tutti i settori economici (agricoltura, silvicoltura, pesca e acquacoltura, produzione alimentare e di carta, industria chimica, biotecnologica ed energetica) con le cosiddette Strategie di bioeconomia diffuse a scala mondiale – prosegue la lettera dell’OIB – Anche l’Europa 2012 ha varato una propria Strategia ‘Innovating for Sustainable Growth: A Bioeconomy for Europe’1. Tali strategie, lungi dal riferirsi al paradigma epistemologico dell’economia compatibile e integrata con la vita e le leggi della natura teorizzata da Georgescu Roegen, si sostanziano piuttosto in una strategia industriale basata sulla sostituzione delle risorse fossili con quelle organiche sostenuta dall’uso massiccio delle biotecnologie e della digitalizzazione. Tutto questo senza considerare ancora una volta scale e processi di produzione. La digitalizzazione, all’apparenza immateriale e sostenibile perché riduce spostamenti e carta, è strettamente legata all’uso di risorse minerarie, energetiche ed idriche. In particolare, l’alta tecnologia alla base di tale processo necessita di terre rare, minerali, presenti soprattutto in Cina (95% di importazioni europee) – ovviamente finiti e non rinnovabili – la cui estrazione è altamente impattante da un punto di vista ambientale e sanitario generando, fra gli altri, anche rifiuti radioattivi (con la conseguente necessità di smaltimento). Il ‘verde’ dunque ad un’attenta analisi colora la stessa idea di economia basata sulla crescita, sull’appropriazione e mercificazione della vita e della natura. In base a queste brevi considerazioni l’OIB ritiene indispensabile e urgente affrontare in questo periodo pre-elettorale anche questi argomenti per impostare una politica governativa che intenda costruire una reale transizione ecologica rispettosa delle matrici della vita. A tale riguardo ci permettiamo di sottoporre alla vostra attenzione il Documento di valutazione e indirizzo della Strategia di bioeconomia europea e italiana (pubblicato anche sulla Rivista ‘Economia e Ambiente’ 1/2021), trasmesso già alla COMMISSIONE EUROPEA, al Governo e ai parlamentari italiani, frutto del lavoro multidisciplinare dei docenti e ricercatori fondatori dell’Osservatorio. Con l’intento di sviluppare un fruttuoso dialogo futuro chiediamo al vostro partito un confronto e una presa di posizione nel merito dell’analisi del Documento di valutazione e, in particolare, dei sette punti programmatici per adeguare la Strategia di bioeconomia agli obiettivi di una società sostenibile, resiliente e giusta, finalizzati al conseguimento della coerenza fra obiettivi e azioni con particolare riguardo all’ottenimento della sostenibilità, all’effettiva rinnovabilità delle risorse e all’indipendenza dalle importazioni».