Per bioeconomia si intende il sistema socio-economico che comprende e interconnette quelle attività economiche che utilizzano bio-risorse rinnovabili del suolo e del mare – come colture agricole, foreste, animali e micro-organismi terrestri e marini – per produrre cibo, materiali ed energia.
Della bioeconomia, quindi, fanno parte i vari comparti della produzione primaria – agricoltura, foreste, pesca e acquacoltura – e i settori industriali che utilizzano o trasformano le bio-risorse provenienti da detti comparti, come l’industria alimentare, quella della cellulosa e della carta unitamente a parte dell’industria chimica e dell’energia come a quella bio-tecnologica.
Questi fattori rappresentano il cuore dello sviluppo sostenibile, un percorso virtuoso che conduce le comunità più solide verso un’economia prospera e rispettosa dell’ambiente, in cui si riduce la dipendenza dai combustibili fossili e dalle risorse non rinnovabili. In questo modo si limita la perdita di biodiversità e le grandi trasformazioni nell’uso del suolo, rigenerando l’ambiente, creando nuova crescita economica e occupazione a partire dalle specificità e le tradizioni locali, in particolare nelle aree rurali, costiere e industriali (incluse le aree abbandonate), in linea con i principi contenuti nell’Agenda Junker per l’Occupazione, la Crescita, l’Equità e il Cambiamento Democratico.